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 Il reflusso venoso è un problema comune, il 40% delle donne e il 25% degli uomini ne soffre.
Esistono fattori di rischio che predispongono alla comparsa del disturbo, il più importante dei quali è l’aspetto ereditario: è molto probabile che compaia se i genitori o i nonni del soggetto ne erano affetti.


A conferma dei dati epidemiologici, si presenta con maggiore probabilità nelle donne, in quanto gli ormoni femminili possono danneggiare le pareti dei vasi sanguigni. Durante la gravidanza, inoltre, si sommano i rischi dovuti all’aumento della pressione e del volume sanguigno. Anche l’età ha un ruolo importante, in quanto i tessuti, e quindi anche le pareti delle vene, tendono a perdere elasticità provocando un cattivo funzionamento del sistema di valvole che dovrebbe impedire il reflusso.


Ai fattori di rischio si possono associare circostanze che, pur non essendo causative, velocizzano lo sviluppo del disturbo o ne peggiorano le condizioni.


 L’aumento di peso, l’obesità, contribuiscono ad aumentare la pressione del sangue all’interno dei vasi; di conseguenza le pareti venose sono sottoposte a forti sollecitazioni che a lungo andare le danneggiano.


Passare molto tempo in piedi non facilita la circolazione del sangue verso l’alto, che quindi per gravità tende a stagnare nella parte più bassa delle gambe. Anche i traumi fisici che interessano gli arti inferiori creano danni ai vasi sanguigni sottostanti.


 

Varici primitive degli arti inferiori

 fattori di rischio

   Ereditarietà – il disturbo è a carattere familiare

    Genere - le donne sono maggiormente colpite

    Gravidanza - peggiora le condizioni delle vene

    Età - i tessuti perdono elasticità 

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fattori addizionali

 

 

     Obesità – aumenta la pressione sanguigna

     Stare a lungo in piedi – il sangue ristagna per gravità nella parte più bassa delle gambe

     Traumi fisici – possono danneggiare anche i vasi

     Stile di vita – se è sbagliato può accelerare lo sviluppo del disturbo

per quali pazienti

 

I pazienti portatori di varici degli arti inferiori con insufficienza della vena grande e piccola safena possono essere trattati nel 98 % dei casi mediante tecnica endolaser o radiofrequenza, nel 2 % dei casi verrà effettuato uno stripping corto o una crossectomia, sempre in anestesia locale ed in day surgery con dimissione in giornata.

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gdarr@hotmail.it          

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